Allarme INPS: pagamenti bloccati per questi errori o sviste, controlla subito

Esistono delle specifiche regole per percepire le prestazioni erogate dall’INPS. Se commetti questi sbagli rischi di perderle.

Coloro che possiedono i requisiti per usufruire delle misure di sostegno al reddito devono stare attenti a rispettare precise norme e a evitare comportamenti che potrebbero mettere a repentaglio i sussidi.

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In alcuni casi si corre il pericolo di perdere i sussidi erogati dall’INPS (rollercoasterrevolution.eu)

Anche se gli errori vengono commessi in buona fede, si rischia di dover dire addio alle prestazioni precedentemente assegnate e di dover restituire le somme fino a quel momento percepite.

Per questo motivo, è fondamentale conoscere nel dettaglio quali sono i comportamenti da evitare se si intende usufruire delle principali misure di sostegno, come il nuovo Assegno di Inclusione. Scopriamo, dunque, quali sono gli obblighi e i divieti imposti dalla normativa di riferimento.

Comportamenti vietati e doveri per chi percepisce l’Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione è la misura che ha ufficialmente preso il posto del Reddito di Cittadinanza.

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Per percepire l’Assegno di Inclusione bisogna rispettare delle regole (rollercoasterrevolution.eu)

I soggetti che possiedono i requisiti per poter beneficiare della misura devono rispettare precise indicazioni. Innanzitutto, sono obbligati a presentarsi presso i servizi sociali territoriali entro il 120° giorno dalla sottoscrizione del cd. PAD, pena la sospensione del beneficio.

Devono, poi, rispondere alle convocazioni dei servizi sociali o dei servizi per il lavoro, per non decadere dal diritto all’Assegno di Inclusione. La misura viene poi, interrotta nelle seguenti ipotesi:

  • rifiuto alla sottoscrizione del Patto di inclusione con i servizi sociali o del Patto di servizio personalizzato con i servizi per il lavoro;
  • mancata partecipazione alle iniziative che hanno finalità formativa o di riqualificazione e a ogni altra attività di politica attiva o di attivazione, prevista dal Patto di Inclusione o in quello di servizio personalizzato;
  • mancata frequentazione ai percorsi di istruzione destinati agli adulti di primo livello o diretti all’adempimento dell’obbligo di istruzione;
  • mancata accettazione di un’offerta di lavoro congrua.

L’Assegno di Inclusione, inoltre, è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa da cui deriva un reddito superiore a 3 mila euro. I percettori, dunque, devono informare l’INPS delle propria situazione lavorativa, tramite il Modello Adi-Com, sia che si intraprenda un’attività lavorativa subordinata sia autonoma. In caso contrario, scatta l’interruzione del versamento della prestazione.

Rischia di perdere il sussidio anche chi perde i requisiti inizialmente posseduti (ad esempio, supera la soglia ISEE) oppure non comunica all’INPS le variazioni relative alla composizione del nucleo familiare. Ad esempio, quando si aggiungono o fuoriescono dei membri. In tal caso, entro un mese dalla variazione, bisogna presentare una Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini ISEE aggiornata e una nuova domanda di Assegno di Inclusione.

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