Pensioni: INPS senza soldi e si va verso lo stop tra pochi mesi, tanti senza assegno

Novità incredibile per quanto riguarda le pensioni, con uno stop in arrivo. L’INPS è senza soldi e la svolta potrebbe accadere tra pochi mesi.

Uno dei temi più caldi per gli abitanti della penisola italiana sono sicuramente le pensioni. Quest’anno finalmente sono partite le rivalutazioni, con tutti coloro che ricevono l’importo fino a cinque volte il trattamento minimo che hanno potuto vedere un incremento del 5,4%.

Pensioni stop senza assegno verso stop
L’INPS è senza soldi ed a breve potrebbe arrivare l’incredibile stop (Rollercoasterrevolution.eu)

Il dato è stato stabilito in base alla percentuale di inflazione presente nel nostro paese ed ha come obiettivo quello di garantire un maggiore potere d’acquisto per la platea interessata. Adesso però gran parte della platea potrebbe essere colpita da uno stop a sorpresa.

Infatti le casse pubbliche non sembrano essere in ottima salute ed il Def approvato recentemente potrebbe aver mandato in soffitta l’ipotesi di nuove forme di pensionamento anticipato. Queste misure infatti erano tutte previste per il 2025, ma adesso rischiano di non vedere mai la luce. Ora per molti italiani potrebbe arrivare uno stop inosservato e quindi è importante far luce sulla situazione pensionistica del paese.

Pensioni, l’INPS è senza soldi: stop improvviso ai trattamenti anticipati?

Le pensioni anticipate rappresentano una questione cruciale in Italia, soprattutto considerando il contesto economico e le previsioni finanziarie per il prossimo futuro. Attualmente il paese affronta una crescente pressione sui conti pubblici, con una spesa per le pensioni che continua a salire anno dopo anno.

Pensioni stop senza assegno verso stop
Nei prossimi mesi potrebbe arrivare allo stop (Rollercoasterrevolution.eu)

Nel 2024 lo Stato prevede di spendere 337,4 miliardi di euro per le pensioni, una cifra destinata ad aumentare a 345 miliardi nel 2025, 356 miliardi nel 2026 e 368 miliardi nel 2027. Questo aumento della spesa pensionistica è influenzato da diversi fattori. Tra questi troviamo il rapporto tra il numero di pensioni e il numero di occupati, che risulta sempre più sbilanciato. Le proposte di pensionamento anticipato, come quella a 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, stanno gradualmente svanendo.

Queste proposte precedentemente sostenute dal centrodestra e in particolare da Matteo Salvini della Lega, cercavano di offrire un’uscita anticipata per coloro che avevano accumulato un lungo periodo di contributi lavorativi. Le recenti sfide economiche e finanziarie hanno reso difficile l’attuazione di tali misure.

L’Italia sta anche affrontando un ritorno dell’inflazione dopo un lungo periodo di stabilità. Questo ha conseguenze significative sull’economia, con un aumento del costo del denaro che influisce sulle famiglie e sulle aziende. Un tasso di interesse più alto si traduce in rate di mutui più elevate e in maggiori interessi sul credito, rallentando l’economia e l’accesso al credito. In questo contesto di misure finanziarie il governo già ha attuato alcune politiche di austerità.

Tra queste troviamo tagli alle rivalutazioni degli assegni pensionistici e l’introduzione di Quota 100 durante la pandemia di Covid-19. Queste misure non sono state sufficienti a frenare la crescita della spesa pensionistica, che è aumentata del 7,4% nel 2023 e del 5,8% nel 2024. Alla luce di queste sfide il Governo ha quindi introdotto misure come l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita e ulteriori tagli alle rivalutazioni delle pensioni più alte in vista del prossimo anno.

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